L’IMPEGNO DEL C.O.N.I. PER LA PARITÀ DI GENERE NELLO SPORT ITALIANO

intervista a Silvia Salis, Vicepresidente Vicario C.O.N.I

Quali sono le iniziative chiave che il C.O.N.I. sta attuando sotto la sua guida per promuovere la parità di genere e la diversità nell’ambito dello sport in Italia?

Il C.O.N.I. recepisce la normativa del CIO in materia di parità di genere e la implementa all’interno della sua giunta, delle quote per la rappresentanza degli atleti e dei tecnici nel consiglio nazionale e viene implementata anche dalle federazioni nei loro consigli federali. Inoltre, sono state intraprese iniziative come la partecipazione alla stesura del fondo maternità per le atlete nel 2018 e il programma di sostegno per le mamme atlete che desiderano partecipare alle gare internazionali con i propri figli. Sono in corso attività di sensibilizzazione per la dirigenza sportiva femminile e per promuovere la parità di genere nello sport, anche attraverso collaborazioni con università per la realizzazione di conferenze e seminari, con l’obiettivo di creare una cultura sportiva sempre più inclusiva.

In che modo il suo ruolo di prima donna Vicepresidente vicario C.O.N.I. ha influenzato la creazione di un ambiente più inclusivo per atlete e professioniste nello sport? 

Essere la prima donna in un ruolo di leadership comporta una responsabilità nell’aprire la strada al cambiamento. Rappresentare ogni giorno questo tipo di cambiamento è una responsabilità: devo essere sempre pronta e preparata. Anche questa responsabilità è un po ‘ ingiusta, ma come per tutte le prime volte è importante iniziare bene. Sono sempre in prima linea in tutte le realtà che vogliono promuovere una cultura d’ inclusione e di genere, che siano comitati regionali del comitato olimpico o università che chiedono la mia partecipazione e contributo.  

Come il C.O.N.I. sta lavorando per superare gli stereotipi di genere e promuovere la partecipazione di donne in ruoli decisionali all’interno delle federazioni sportive italiane? Ci sono politiche o programmi in corso che stanno dimostrando di essere particolarmente efficaci?

Le politiche più efficaci sono quelle di sensibilizzazione alla dirigenza sportiva femminile e alla partecipazione delle donne nei ruoli di allenatrici e tecniche. Attualmente, c’è una carenza di donne sia nella dirigenza che negli altri ruoli, ma stiamo cercando di invertire questa tendenza. È importante notare che spesso tra allenatori e dirigenti l’attività che si svolge è per lo più di volontariato: il che solleva la grossa questione del tempo libero delle donne, che a differenza di quello degli uomini, è incentrato principalmente sulla cura della famiglia e dei figli.

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