GENDER BALANCE & GENDER DIVERSITY: RIFLESSIONE SUL MONDO DEL TERZO SETTORE

di Francesca Turrisi, responsabile Affari Istituzionali  Lumsa Human Academy

Gender balance e Gender diversity sono temi importanti in ogni settore, incluso il Terzo settore, al quale la Lumsa Human Academy, Fondazione Luigia Tincani, guarda con prospettive di implementazione e sviluppo di progetti di formazione, ricerca ed intervento e di attuazione di politiche nazionali di interesse sociale, incluse quelle di genere.

Le peculiarità che caratterizzano ogni persona, tra cui genere, età, abilità, etnia, orientamento sessuale, credo religioso e status socio-economico, possono essere valorizzate attraverso un processo di Inclusion. L’inclusione delle diversità all’interno di ambienti collettivi, e della società in generale, parte proprio dalla consapevolezza che le specificità assicurano un ventaglio di competenze e caratteristiche più ampio e diversificato; nel rispetto delle prerogative di ognuno, va garantito un processo di selezione che favorisca trattamenti non discriminatori. Questi concetti, nati nel mondo delle imprese profit, appartengono ormai al dibattito pubblico e permeano anche il Terzo settore.

Guardando alla società intera, l’Obiettivo 5 dell’Agenda 2030 dell’ONU mira a raggiungere l’uguaglianza di genere ed emancipare tutte le donne e le ragazze. Questo obiettivo si concentra sulla parità di accesso all’istruzione, alle cure mediche, ad un lavoro dignitoso, così come alla rappresentanza nei processi decisionali, politici ed economici, promuovendo economie sostenibili, a beneficio della società intera. Gli Enti del Terzo settore possono contribuire a raggiungere questo obiettivo, con iniziative volte a sviluppare la cultura del volontariato, a prevenire e contrastare ogni forma di violenza, di abbandono, maltrattamento o sfruttamento, a promuovere relazioni fondate sul principio di parità di diritti tra uomini e donne, le reti associative del Terzo settore e il capacity building.

Sono diverse le politiche di diversity management che possono essere adottate nel Terzo settore. Ad esempio, si possono definire e attuare politiche di pari opportunità, partendo dal vertice, attribuendo chiare responsabilità alle persone e alle relative funzioni aziendali. Inoltre, si possono superare gli stereotipi di genere nei processi di gestione del personale, sensibilizzando e formando i livelli dell’organizzazione in quest’ottica.

Nel nostro quotidiano la Lumsa Human Academy, Fondazione Luigia Tincani, sin dalla nascita ha rivolto l’attenzione alle politiche di Gender balance e Gender diversity, favorendo, secondo ruoli, skills e capacità, l’ingresso delle donne nei propri organi di governance, con la loro presenza nella misura del 33% del CdA, 50% del Comitato Scientifico e 100% della struttura operativa, fatta sia di ruoli apicali che esecutivi.

La Fondazione, nella quale ricopro il ruolo di Responsabile degli Affari Istituzionali, non a caso porta il nome di Luigia Tincani; religiosa, pedagogista e filosofa, fondatrice della congregazione delle Missionarie della Scuola, con coraggio e grande lungimiranza radunò un gruppo di insegnanti cattoliche fondando agli inizi del ‘900, l’Unione di Santa Caterina da Siena delle Missionarie della Scuola, congregazione di terziarie domenicane che, rinunciando ad indossare l’abito religioso, si dedicarono all’insegnamento presso le scuole pubbliche e ad ogni altra professione di natura educativa nella società.

Nel suo intento di qualificare culturalmente la donna, Luigia Tincani collaborò con le organizzazioni delle universitarie e delle laureate cattoliche e, avvertendo l’urgenza della formazione delle religiose insegnanti in Italia, nel 1939 fondò a Roma l’Istituto Universitario Pareggiato di Magistero “Maria Santissima Assunta”, che successivamente si aprì prima alle sole studentesse e poi anche a studenti laici, diventando la Libera Università Maria Santissima Assunta (LUMSA).

Luigia Tincani oggi è un esempio per le donne: per aver imparato ad avere uno sguardo panoramico e non miope; per aver riconosciuto le connessioni della realtà e non la sua frammentazione; per aver approfondito la propria disciplina, collocandola in un’architettonica del sapere, la sola che conduce non l’individuo ma il genere umano (donne e uomini) a vivere una vita orientata alla felicità. È evidente, quindi come, sin dalla scelta del nome, la Fondazione ritenga essenziale svolgere la sua mission di attivare politiche di genere, volte a sostenere le donne nel loro processo di sviluppo umano, culturale e professionale.

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