OCCUPAZIONE GIOVANILE E FEMMINILE: IMPORTANTI PASSI AVANTI DEL GOVERNO

Intervista all’On. Walter Rizzetto, Presidente Comm. Lavoro pubblico e privato (Camera dei deputati)

 

E con il ddl Made in Italy arrivano i nuovi fondi per l’imprenditoria femminile per 10 milioni di euro

 

Inclusione e coesione sono due parole chiave nell’ambito del Pnrr. Pensiamo infatti alla Missione 5 e alle misure connesse alle politiche per il lavoro. Quali sono i piani di intervento? E, a ormai metà dell’attuazione del Pnrr, a che punto siamo?

“L’obiettivo della Missione 5 del Pnrr, che prevede misure che ricadono nella titolarità del Ministero del Lavoro, è quello di investire nelle infrastrutture sociali, rafforzare le politiche attive del lavoro, sostenere l’alternanza scuola-lavoro e l’imprenditoria femminile, con attenzione alla protezione di individui fragili, famiglie e genitori. In particolare, a sostegno del mercato del lavoro sono stati portati avanti importanti investimenti in programmi di formazione e riqualificazione professionale per aggiornare le competenze soprattutto di quelle categorie più svantaggiate nell’accesso al lavoro. A ciò si aggiungono ulteriori interventi di politiche attive del lavoro mirati al rafforzamento dei servizi per l’impiego, promozione dell’autoimprenditorialità e sostegno alle imprese per creare nuovi posti di lavoro. Nonostante le sfide dovute alla complessità del piano e ad alcuni nodi burocratici, siamo soddisfatti dei risultati che si stanno registrando.”

 

Incrementare il tasso di occupazione, in particolare modo quella giovanile e femminile è tra gli obiettivi di governo? E come?

“Questo governo sta facendo passi in avanti a favore dell’occupazione, in particolare giovanile e femminile. Una conferma arriva anche dai dati Istat degli ultimi mesi. Ricordo che a luglio il tasso di disoccupazione è sceso al 6,5% segnando -0,4 punti, e quello giovanile al 20,8% che vuol dire -0,6 punti. È evidente come il cambio di impostazione sul fronte lavoro voluto dal governo Meloni continua a dare risultati positivi e concreti. Abbiamo messo gli italiani nelle condizioni di cercare lavoro e trovarlo. 

Gli incentivi, soprattutto sotto forma di sgravi fiscali, per incoraggiare le assunzioni di giovani e donne nelle aree più disagiate del Paese stanno dando i loro frutti. I numeri sull’occupazione giovanile sono in ripresa, e questo ci sprona ad agire per consolidare questi risultati e creare le condizioni per un ulteriore miglioramento. Proseguiremo su questa strada, adottando ulteriori misure di sostegno volte a rimuovere le barriere che ostacolano l’accesso delle donne al mercato del lavoro e a ridurre i fattori discriminatori. Tra queste misure vi sono l’aumento dell’assegno unico universale, il potenziamento dei bonus per gli asili nido e le agevolazioni fiscali per le imprese che assumono donne svantaggiate.

Importanti bonus a favore dei giovani sono presenti nel dl coesione, come la misura che riconosce ai datori di lavoro privati che, dal primo settembre 2024 e fino al 31 dicembre 2025, assumono personale non dirigenziale under 35 (mai occupato a tempo indeterminato) con contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato, per un periodo massimo di 24 mesi, l’esonero dal versamento del 100% dei complessivi contributi previdenziali a carico dei datori di lavoro privati (con esclusione dei premi e contributi INAIL), nel limite massimo di importo pari a 500 euro su base mensile per ciascun lavoratore.

Per le donne è prevista una misura che riconosce l’esonero, per un periodo massimo di 24 mesi, del 100% dal versamento dei contributi previdenziali dovuti dal datore di lavoro privato nel limite massimo di 650 euro su base mensile (con esclusione dei premi e contributi INAIL), per ciascuna dipendente donna, assunta a tempo indeterminato dal settembre 2024 a dicembre 2025, che rientri nelle seguenti categorie: a) donne di qualsiasi età, prive di un impiego regolarmente retribuito da almeno 6 mesi, residenti nelle regioni della Zona Economica Speciale unica per il Mezzogiorno; b) donne di qualsiasi età prive di un impiego regolarmente retribuito da almeno 24 mesi, ovunque residenti.”

 

Non solo lavoro subordinato, ma anche privato. Come promuovere l’imprenditorialità femminile?

“Questo governo è attento e vicino alle donne e alle imprenditrici, il nostro impegno è di sostenerle nel difficile compito di conciliare vita e lavoro. Tra le diverse misure a favore dell’imprenditorialità femminile ricordo ‘Più Impresa’ di Ismea, misura rivolta ai giovani e alle imprenditrici che hanno idee e voglia di investire e di sviluppare progetti per l’agricoltura. A questo si aggiunge per il 2024 il ddl Made in Italy che ha destinato nuovi fondi per l’imprenditoria femminile per 10 milioni di euro. Le neo-imprenditrici potranno accedere a finanziamenti agevolati a tasso zero, con una copertura fino al 90% per progetti che prevedono investimenti fino a 3 milioni di euro. Gli aiuti per l’imprenditoria femminile previsti dal ddl Made in Italy sono finanziamenti agevolati per gli investimenti, a tasso zero, della durata massima di 10 anni e di importo non superiore al 75% delle spese ammissibili. La percentuale può arrivare fino al 90% nel caso di imprese costituite da almeno 36 e non oltre 60 mesi o nel caso di imprese agricole anche di nuova costituzione.”

 

Sicuramente viviamo in un tempo in cui le tecnologie e il digitale sono agenti di rapidi cambiamenti nel mondo del lavoro. Fondamentale quindi lavorare sul reskilling e l’upskilling dei lavoratori affinché non vengano esclusi dal mercato. Quali le iniziative in questo ambito?

“Reputo centrale nella ricerca di un’attività lavorativa la formazione dei lavoratori, questa sarà la chiave di volta decisiva. È importante continuare a potenziare la formazione professionale, opportunità per i giovani di esprimere i propri talenti e trovare una collocazione nel mercato del lavoro. Dobbiamo aiutare le aziende nei percorsi di formazione, in particolare con riferimento alla transizione digitale e alla transizione ecologica. È fondamentale partire dalle scuole e far conoscere ai giovani tutti i percorsi esistenti post diploma per l’inserimento lavorativo. Ci sono le università che restano fondamentali per preparare gli studenti a carriere professionali e accademiche. Ma ci sono anche altri percorsi validi come quelli offerti dagli istituti tecnici superiori, che aiutano gli studenti a sviluppare competenze specifiche richieste dal mercato del lavoro nelle aree tecnologiche.”

 

In generale, quanto è importante per la tenuta e la crescita del tessuto socioeconomico del Paese rendere il mondo del lavoro vario e diversificato? E come si possono (e devono) aiutare le aziende nel valorizzare il fattore S (Social) all’interno delle loro strategie ESG?

“La diversità e l’inclusione nel mondo del lavoro sono fattori essenziali per la crescita e la sostenibilità di un sistema economico. Un ambiente di lavoro diversificato che valorizzi le differenze di genere, età, background culturale, è fonte di molteplici benefici. Le imprese vanno formate e sensibilizzate affinché sviluppino politiche e buone pratiche di diversità e inclusione anche attraverso la collaborazione con i sindacati e le associazioni del terzo settore. Incentivare la diversità e l’inclusione insieme alla formazione, oltre a consentire una linea aziendale attenta al benessere dei lavoratori, alla trasparenza e priva di discriminazioni, è una scelta strategica che permette di conseguire vantaggi competitivi per le imprese e per il Paese.”

 

Bio

Nato il 27 giugno 1975 a San Vito al Tagliamento (PN), è un deputato della Repubblica italiana, eletto nella circoscrizione Friuli Venezia Giulia con il gruppo Fratelli d’Italia. Da novembre 2022 è Presidente della Commissione Lavoro della Camera dei Deputati. Proveniente dal settore imprenditoriale nell’ambito delle energie rinnovabili, è entrato in Parlamento nel 2013 e, da allora, ha dedicato il suo impegno alle tematiche del lavoro e della previdenza, quale componente dell’XI Commissione Lavoro pubblico e privato. Ha presentato numerose proposte di legge durante il suo mandato parlamentare, in particolare, per l’introduzione di un sistema flessibile di accesso alla pensione, il miglioramento della qualità e dell’efficienza dei centri per l’impiego, l’introduzione dell’insegnamento nelle scuole secondarie del diritto del lavoro e della sicurezza nei luoghi di lavoro. È autore di diverse pubblicazioni sui temi giuslavoristici.