Intervista a Rosario Valastro, Presidente della Croce Rossa Italiana (CRI)
Dai beneficiari alle istituzioni, dalle realtà associative alle aziende: tutti coinvolti nelle iniziative della Croce Rossa Italiana per una società più equa
Presidente, iniziamo con una parola: inclusione. Cosa significa per voi? Come Croce Rossa quanto e come siete impegnati in ottica di contrasto all’esclusione sociale?
“L’inclusione è per noi partecipazione alla vita di tutti i giorni, intesa nel senso più ampio. Attraverso le attività dei Comitati, la CRI ha sviluppato e sviluppa numerosi progetti volti a garantire una maggiore integrazione di anziani e soggetti fragili. Subito dopo la pandemia, con l’emergere delle nuove povertà, abbiamo inoltre attivato numerose iniziative di inclusione lavorativa, penso ad esempio al progetto LISA, che ci ha permesso di orientare al lavoro numerose persone, di avviare percorsi di inserimento lavorativo e coinvolgere tanti soggetti con disabilità in attività di promozione dell’autonomia individuale.
Nelle attività di tutti i giorni, le volontarie e i volontari dell’Associazione sono impegnati in progetti di sensibilizzazione rivolti alla popolazione, nei quali cerchiamo sempre di coinvolgere direttamente la comunità davanti a tematiche come la risposta alle emergenze, l’adozione di stili di vita sani e comportamenti responsabili, la preparazione al primo soccorso. Tutte attività partecipative che hanno alla base la condivisione e l’inclusione.”
Promuovere azioni di welfare locale in rete con le realtà del terzo settore. Quanto è importante questo legame tra comunità e aziende?
“Parliamo di una parola: fiducia. Il nostro volontariato ha alla sua base la fiducia di beneficiari, istituzioni, realtà associative e aziende. Tutti insieme, questi attori giocano un ruolo importante nelle dinamiche di welfare legate al terzo settore e rivolte alla comunità. Sono elementi imprescindibili di uno stesso sistema di aiuto che è finalizzato a dare risposte al territorio, a supportare la popolazione. Tante aziende e istituzioni sono partner dei progetti della Croce Rossa Italiana e dei vari Comitati della CRI: ciascuna iniziativa che può contare sull’apporto di più realtà, arriva sul territorio e, quindi, alla popolazione, con maggiore incisività, aiutandoci nel dare risposte concrete a chi ha bisogno.”
L’inclusione lavorativa delle persone in condizioni di svantaggio è un ambito nel quale la Croce Rossa Italiana realizza numerosi progetti e iniziative che hanno l’obiettivo di promuovere la cultura dell’inclusione e favorire un’integrazione attiva delle persone in situazione di vulnerabilità. Quali?
“Ho parlato, in risposta alla prima domanda, del progetto LISA che, in un momento di particolare difficoltà del Paese, ovvero durante la pandemia, ci ha permesso di avvicinare al lavoro numerose persone in condizioni di svantaggio e vulnerabilità. Attraverso ‘Essity Humans’ abbiamo realizzato una iniziativa di volontariato aziendale per supportare l’inclusione lavorativa delle categorie più fragili della popolazione e dare un volto concreto all’impegno per la Diversità, Equità ed Inclusione (DE&I). Questo progetto ci ha permesso inoltre di integrare ed estendere i benefici del progetto LISA.
Dal 2020 al 2022, la Croce Rossa Italiana, insieme alla Croce Rossa Olandese, alla Croce Rossa britannica, L’international Rescue Committee, al Consiglio Greco per i Rifugiati e al CNOS FAP, ha collaborato a un progetto, finanziato dal Fondo Asilo, Migrazione e Integrazione dell’Ue, volto all’inclusione sociale e lavorativa dei sopravvissuti alla tratta di esseri umani provenienti da paesi terzi. L’inclusione lavorativa delle persone migranti è quotidianamente al centro di numerose attività della CRI, attraverso le quali favoriamo una sempre maggiore integrazione di tantissime donne e uomini, ragazze e ragazzi, arrivati nel nostro Paese e desiderosi di iniziare qui la loro nuova vita.”
L’emarginazione talvolta inizia dall’età minorile. Pensiamo alla dispersione scolastica e allo sfruttamento dei minori. Quali sono alcuni dei progetti di sensibilizzazione nelle scuole e nelle comunità che portate avanti?
“Crediamo molto nei giovani, non solo per disegnare il futuro della società ma soprattutto per il nostro presente. Per ridurre l’emarginazione e i fenomeni di isolamento, l’Associazione svolge nelle scuole numerose attività volte a incentivare un maggiore coinvolgimento e la partecipazione attiva di ragazze e ragazzi.
Penso alle iniziative di sensibilizzazione su salute, sicurezza stradale, rispetto dell’ambiente, alle attività legate al Diritto Internazionale Umanitario. Tutte azioni che permettono ai giovani di vivere una formazione esperienziale vera, di essere educati alla cittadinanza attiva. Numerosi Comitati della Croce Rossa hanno inoltre inserito il percorso formativo su bullismo e cyberbullismo nella propria offerta formativa rivolta alle scuole, proprio al fine di riuscire a leggere i sintomi di questi due fenomeni e a intervenire tempestivamente per affrontare eventuali criticità e aiutare le bambine e i bambini che ne sono vittime.”
Non se ne parla molto, eppure un tema molto importante è la rieducazione e il reinserimento dei detenuti nella società e nel mondo del lavoro. Come?
“La Croce Rossa Italiana, attraverso una Convenzione nazionale con il Ministero della Giustizia, è impegnata nel coinvolgimento in attività di messa alla prova dei giovani, al fine di favorire il reinserimento sociale di quanti hanno commesso degli errori. Una seconda chance costituisce per molti di loro un momento di grande motivazione e soddisfazione: alcuni, dopo un periodo al nostro fianco in attività a supporto della popolazione, decidono di diventare Volontari della CRI. E questo per noi è un motivo di grande orgoglio.
Come risulta dai dati 2023, il 54% dei Comitati della Croce Rossa Italiana svolge questa attività che, in linea con i nostri Principi e la Strategia 2030, si propone di favorire lo sviluppo del senso di cittadinanza, di giustizia e il rispetto delle leggi, l’accettazione delle sanzioni in un’ottica di assunzione di responsabilità e il desiderio di riparazione, la cultura della legalità e la realizzazione della funzione riparativa della misura.”