Intervista ad Alessandra Locatelli, Ministro per le disabilità
Un passo epocale: meno burocrazia e più diritti per una reale inclusione. E il Progetto di vita consentirà il superamento della frammentazione tra le risposte sanitarie, socio sanitarie e sociali
Ministro lei ha affermato che la “riforma sulla disabilità è rivoluzionaria”. In cosa consiste nello specifico? Cosa cambia dal prossimo anno?
“La riforma segna un cambio di passo epocale dall’assistenzialismo alla valorizzazione della persona con disabilità e detta nuove regole per la valutazione dell’invalidità civile, per semplificare e sburocratizzare gli adempimenti, unificare la domanda e il certificato introduttivo e migliorare il percorso di accertamento. Oggi le persone sono costrette a presentarsi alle visite di rivedibilità ogni anno anche nel caso di patologie degenerative o disabilità già accertate. Con la riforma, le visite di rivedibilità vengono abolite.
L’introduzione del Progetto di vita poi istituisce uno strumento che consentirà la presa in carico della persona con disabilità e della sua famiglia superando la frammentazione tra le risposte sanitarie, socio sanitarie e sociali, obbligando le istituzioni a cooperare e a confrontarsi per condividere proposte utili a migliorare la qualità della vita della persona, a partire dai suoi desideri. Per accompagnare questo passaggio aggiorniamo anche il linguaggio normativo, abolendo dalle leggi ordinarie le parole ‘handicappato’ e ‘portatore di handicap’, parlando finalmente di Persone, Persone con disabilità.”
Una riforma che è un passo fondamentale per garantire percorsi personalizzati di inclusione e autonomia. Anche nel mondo del lavoro?
“Il tema dell’inclusione lavorativa è centrale per assicurare a ogni persona una vita dignitosa e partecipata, come previsto dalla Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità ed è una delle otto priorità individuate nella Carta di Solfagnano, documento finale del primo G7 Inclusione e Disabilità. Il lavoro dà dignità vera al percorso di autonomia e dobbiamo continuare a investire in questa direzione. Stiamo lavorando a una misura importante per sostenere la dignità della vita attraverso l’inclusione lavorativa in connessione con l’autonomia abitativa, che si rivolgerà agli Enti del Terzo settore che sono stati in grado di investire in percorsi virtuosi e generativi, per la piena realizzazione della vita delle persone attraverso il lavoro e la partecipazione, investendo sui talenti e sulle competenze di ogni persona.”
Tra le priorità emerse nel primo G7 Inclusione e Disabilità dello scorso ottobre ad Assisi c’è anche la promozione delle nuove tecnologie e l’IA. Strumenti che promuovono la crescita inclusiva creando opportunità di lavoro per persone con disabilità, a patto che siano coinvolte in tutte le fasi di progettazione, sviluppo e implementazione. Qual è la roadmap tracciata?
“Nuove tecnologie e intelligenza artificiale sono sfide importanti per il futuro e per la qualità della vita delle persone con disabilità e delle loro famiglie. Abbiamo deciso di dedicare una delle otto priorità della Carta di Solfagnano a questo tema che oggi è attuale ma richiede di essere approfondito. Nella giornata preparatoria del G7 il panel dedicato a questi temi è stato moderato da Padre Benanti, presidente della Commissione AI per l’informazione del Dipartimento per l’informazione e l’editoria della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
L’impegno che abbiamo assunto è di favorire il dialogo con le imprese, con le associazioni, il mondo accademico, nonché con coloro che si occupano di questioni etiche per garantire che i sistemi siano sicuri e siano sviluppati, distribuiti e utilizzati in modo etico, responsabile e non discriminatorio, richiedendo inoltre che i professionisti del digitale siano consapevoli e formati in materia di accessibilità. È fondamentale agevolare l’accessibilità, l’autonomia e la sicurezza di tutti gli strumenti, in particolare per garantire processi di inclusione sociale utili all’elaborazione del Progetto di vita, ma soprattutto nella prospettiva di migliorare e semplificare la vita delle persone.”
Le principali misure
- una nuova definizione di disabilità
- la valutazione di base
- l’accomodamento ragionevole
- il Progetto di vita individuale
- la libertà di scelta sul luogo di abitazione e la continuità dei sostegni
- l’unità di valutazione multidimensionale e la valutazione multidimensionale
- il Fondo per l’implementazione dei progetti di vita
- l’utilizzo del Fascicolo Sanitario Elettronico e del SIUSS per il riconoscimento di prestazioni assistenziali e previdenziali