Intervista ad Alessia Cappello, Assessora allo Sviluppo Economico e Politiche del Lavoro Comune di Milano
Un’opportunità di crescita professionale per tutti i cittadini. Istituzioni, parti sociali, aziende e mondo accademico insieme per allineare domanda e offerta
Politiche del lavoro e inclusione: due fattori sempre più legati?
“La connessione tra politiche del lavoro e inclusione sociale è oggi più essenziale che mai per affrontare le sfide di un mercato in costante trasformazione, al quale tutti devono poter accedere. Il lavoro, infatti, non rappresenta solo una fonte di reddito, ma anche uno strumento fondamentale per garantire dignità e piena partecipazione alla vita sociale. Le politiche del lavoro devono mirare alla creazione di occupazione, con un’attenzione prioritaria verso l’inclusione dei gruppi più vulnerabili, come donne, giovani, disoccupati di lungo periodo e persone con disabilità. L’obiettivo è rendere il mercato del lavoro più equo e accessibile, valorizzando il potenziale di ogni individuo e riducendo le disuguaglianze tramite l’eliminazione delle barriere.
In quest’ottica quando ho assunto l’incarico di Assessora ho compreso che per affrontare le sfide era necessario creare una solida rete di scambi e collaborazioni tra gli stakeholder della città. È nato così il Patto per il lavoro di Milano che è un impegno concreto, un accordo tra istituzioni, parti sociali, mondo del lavoro e della formazione, che punta a creare nuove opportunità, ad allineare la domanda e l’offerta e supportare i percorsi di crescita professionale, oltre che l’inserimento e il ritorno al mondo del lavoro delle persone più vulnerabili. Tra le azioni concrete che abbiano messo a terra alcune riguardano l’empowerment femminile e quello dei giovani, ma anche corsi di alfabetizzazione digitale e sostegni concreti di aiuto allo studio. L’obiettivo del Patto è costruire una città sempre più inclusiva e sostenibile, in cui ciascuno possa contribuire attivamente e sentirsi parte integrante della comunità.”
Quanto incidono le donne nello sviluppo economico delle città e del Paese?
“A Milano, le donne rappresentano sicuramente una forza trainante per l’economia e la società, come dimostrano i dati: mentre la media nazionale dell’occupazione femminile si attesta al 52%, a Milano questa percentuale sale al 62%. Inoltre, molte donne lavorano in settori innovativi, contribuendo in modo significativo alla crescita e alla modernizzazione del sistema produttivo e della città. Purtroppo la situazione non è uguale per il resto del Paese dove molte donne affrontano ancora barriere significative all’accesso al lavoro, in particolare al lavoro stabile e ben retribuito. Investire nel lavoro femminile è un’urgenza. Non solo per una questione di equità, ma anche perché si tratta di una vera e propria leva strategica per uno sviluppo economico e sociale più solido e sostenibile per tutto il Paese.”
Non sempre le donne hanno le stesse opportunità di accesso al lavoro rispetto agli uomini. Come si abbattono le barriere in entrata?
“Credo che, al di là delle certificazioni di genere che incentivano le imprese a impegnarsi per una maggiore equità, sia fondamentale abbattere le barriere culturali, a livello sociale e aziendale. Ancora oggi purtroppo ci sono pregiudizi e modelli di ruolo legati al genere che influenzano le aspettative su donne e uomini. Spesso, infatti, le donne vengono associate a ruoli di cura o a posizioni subordinate, e questa percezione può limitare la loro assunzione in settori considerati ‘maschili’ o in ruoli di leadership.
È quindi fondamentale promuovere un cambiamento culturale a partire dall’educazione, coinvolgendo scuole, famiglie e media nella diffusione di una visione del lavoro che valorizzi la parità di genere. Solo così si potranno cambiare percezioni e le aspettative, incoraggiando le ragazze a scegliere liberamente la propria carriera senza essere influenzate da stereotipi. Il cambiamento culturale deve avvenire però anche all’interno delle aziende perché si arrivi ad adottare in modo sempre più diffuso una mentalità inclusiva che possa aprire la strada a una partecipazione equa e meritocratica.”
C’è anche il tema delle dimissioni di neomamme a causa di una non equa distribuzione dei compiti in famiglia. Cosa deve cambiare?
“È necessario sicuramente il potenziamento di strumenti come il lavoro flessibile, incentivare il sostegno alla genitorialità e il congedo di paternità, ma anche in questo caso è la mentalità che deve cambiare e l’idea che il peso della gestione della famiglia sia principalmente un compito femminile. Il percorso per affrontare questa sfida è ancora lungo e richiede l’impegno di tutti: famiglie, scuole e istituzioni.
Come Comune di Milano, in collaborazione con Terziario Donna, abbiamo voluto mettere in luce questi temi attraverso il progetto Genial. Questo progetto non pretende di risolvere ogni difficoltà, ma intende offrire informazioni e supporto pratico, per aiutare chi vuole imparare a condividere carichi, tempi e impegni all’interno di una coppia che accoglie un figlio. La realtà quotidiana delle madri lavoratrici è piena di imprevisti, e troppo spesso si dà per scontato che sia la donna a doverli gestire. Solo quando impareremo a condividere davvero il peso delle responsabilità familiari potremo dire di aver creato una società giusta, dove ogni donna è libera di scegliere senza rinunce.”