intervista a Walter Rizzetto, Presidente XI Commissione Lavoro Camera dei deputati
In che modo la XI Commissione Lavoro della Camera dei Deputati sta affrontando la questione della gender balance e della diversità? Ci sono attualmente proposte legislative o progetti di legge in discussione che riguardano la materia?
Per contrastare discriminazioni e pregiudizi ancora presenti nella nostra società è fondamentale garantire l’inclusione effettiva attraverso pari condizioni di lavoro e di opportunità, favorire la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, anche al fine di assicurare quell’indipendenza economica alle donne per la realizzazione di una piena autonomia e libertà. Libertà che tutela per molti aspetti anche contro atti di violenza e di abuso. Al riguardo, la commissione Lavoro della Camera, che ho l’onore di presiedere, attualmente sta esaminando una serie di progetti di legge per favorire l’inserimento lavorativo delle donne vittime di violenza di genere attraverso il riconoscimento di agevolazioni per le assunzioni e iniziative per avviare un collocamento mirato al lavoro. In questi casi, trattandosi di donne in particolare stato di fragilità, vanno supportate, a maggior ragione, specifiche iniziative ai fini della parità di genere.
Il Gender Equality è un diritto fondamentale, nonché un vero e proprio pilastro di una crescita economica e sociale, a cui sino ad oggi sono state dedicati molteplici progetti, soprattutto per diffondere la cultura dell’uguaglianza e dell’equità nei luoghi di lavoro. Ritengo infatti importante responsabilizzare tutti coloro che sono parte della società, affinché a livello collettivo sia avvertita l’esigenza di superare ogni divario e far sì che la parità diventi uno di quei valori irrinunciabili nelle politiche delle aziende italiane.
Quali sono le strategie per incentivare le imprese ad adottare politiche più inclusive?
Come detto, fino a oggi l’attenzione verso il tema della parità è stata particolarmente rivolta a sensibilizzare le persone e a renderle consapevoli della necessità di garantire equi trattamenti e opportunità, per la diffusione di una cultura delle pari opportunità.
Adesso dobbiamo insistere per realizzare delle azioni concrete che consentano il raggiungimento reale dell’uguaglianza nell’ambito del mercato del lavoro, poiché la partecipazione femminile al mercato del lavoro italiano è ancora al 51,3%.
E’ noto che la maternità incide particolarmente sulle possibilità di lavorare, infatti, maggiore è il numero dei figli e più aumenta il divario nei tassi d’occupazione femminile e maschile. Inoltre, quasi un terzo delle donne che lavorano ha un contratto a tempo parziale, che si traduce in retribuzioni più basse e minore accumulo di contributi previdenziali.
Oltre alle misure già messe in campo a sostegno delle politiche inclusive, uno strumento che a mio parere deve essere rinnovato per migliorare la parità di genere a livello aziendale e settoriale, è senza ombra di dubbio la contrattazione collettiva.
Il potere negoziale che hanno i sindacati a sostegno della partecipazione delle donne al mondo del lavoro è centrale, per colmare la disparità di trattamento. Bisogna quindi valorizzare accordi collegati alla parità di genere per ottenere un maggiore sviluppo di tutte quelle iniziative volte a garantire modelli flessibili di organizzazione del lavoro, la tutela della genitorialità, la formazione e lo sviluppo professionale e tutte quelle buone pratiche che permettono alle aziende e al sistema economico in generale di beneficiare della ricchezza e della professionalità di cui le donne sono portatrici.