EDITORIALE

Abbiamo voluto definire fattore “S” un protagonista centrale nella nostra quotidianità, a partire da quella che trascorriamo sul luogo di lavoro.

Parliamo della dimensione sociale della nostra vita, rispetto alla quale deve continuare non solo un impegno diffuso dal punto di vista di progetti e processi, ma un’attività d’informazione e sensibilizzazione che ha lo scopo di raggiungere il risultato più importante per il nostro futuro: il consolidamento di una cultura che va oltre la singola pratica o buona azione.

Cultura che, da un lato, è proprio la somma di buone azioni ma, dall’altro, ne è soprattutto l’origine. Qui sta l’esigenza di consolidare la cultura del sociale: far comprendere come le azioni che la connotano siano non tanto, e non solo, atti “dovuti”. Non sono “mezzi” per raggiungere obiettivi “reputazionali”, personali o aziendali che siano.

Per questo il concetto di buona azione è da intendersi nella sua comune accezione di azione solidale, ma con una importante precisazione legata alla sua natura “collettiva”: deve essere sempre più chiaro che includere non ha un “solo” scopo solidale o, appunto, reputazionale.

Includere significa accogliere le diversità perché queste diversità hanno valore sociale, economico, reale. Sono diversità non solo da accettare ma da fare esprimere al meglio per la gratificazione che i soggetti da includere meritano e per l’importante contributo che sono capaci di garantire alla società tutta.

L’inclusione sociale, oggi, va ben oltre l’integrazione con nuovi popoli e nuove culture. L’inclusione oggi riguarda anche persone e realtà sociali che, dai nostri piccoli centri alle grandi città del nostro Paese, hanno bisogno di attenzioni crescenti e offrono potenziali determinati per il cambiamento e per un futuro che possa aprirsi, di conseguenza, proprio a nuove culture.

È questa l’inclusione sociale, un processo concreto ed efficace se graduale. Non ideologico. Aperto alle qualità che può effettivamente integrare per scrivere un futuro dove convivere sia la naturale conseguenza di modello non solo teorico, ma reale e realistico della vera evoluzione sociale.

Mario Benedetto
Direttore Responsabile