Valorizzare la diversità, l’inclusione e l’equità genera crescita per le aziende e valore per la società
Oggi non conta solo il risultato ma anche il modo in cui viene raggiunto. Ne parla Daniela Berardi, consulente per la sostenibilità, Co-founder SustainAbility Hub
Le aziende moderne sono sempre più consapevoli che una strategia vincente dipende in gran parte dal capitale umano. In un mercato del lavoro caratterizzato dalla scarsità di talenti e dalla decrescita demografica, una gestione delle risorse umane che valorizzi diversità, inclusione ed equità (DE&I) diventa fondamentale.
L’approccio al lavoro è cambiato: non conta solo il risultato, ma anche il modo in cui viene raggiunto e il valore condiviso che genera. I fattori ESG, in particolare il fattore “S”, misurano il valore che un’azienda crea per la comunità e per i suoi stakeholder. Un alto livello di engagement e produttività si realizza quando i dipendenti si sentono parte di un contesto che investe in responsabilità sociale, sostenibilità e inclusione.
Con SustainAbility Hub, offriamo alle aziende un percorso consulenziale mirato che promuove una sostenibilità integrata, tenendo conto della responsabilità economica, sociale e ambientale. In qualità di consulenti esterni, ci adoperiamo per realizzare una crescita responsabile, portando a frutto l’esperienza maturata in vari progetti e settori, con un approccio neutrale e obiettivo.
Il nostro lavoro inizia dal recruiting, dove l’equità supera il concetto di pari opportunità: non basta offrire a tutti le stesse possibilità di accesso, ma è essenziale garantire un trattamento equo durante tutto il percorso aziendale. L’inclusione non significa solo “fare spazio”, ma integrare ogni persona, valorizzando le sue competenze e la sua unicità contribuendo alla crescita dell’azienda.
Le pratiche DE&I mirano a contrastare bias come stereotipi e pregiudizi inconsci che influenzano la selezione dei candidati. L’intelligenza artificiale (IA) è una preziosa alleata in questo processo, poiché riduce l’impatto di tali bias grazie ad algoritmi progettati per valutare le competenze senza discriminare per età, genere o altre caratteristiche non rilevanti. Una pratica concreta è il “blind recruitment”, adottata da diverse aziende, che prevede l’anonimizzazione dei curriculum vitae per focalizzarsi esclusivamente su competenze ed esperienze.
Per fare della diversità e dell’inclusione una parte integrante dell’azienda, è essenziale formare i team HR e promuovere un linguaggio inclusivo, che rappresenti un impegno concreto, non solo formale. Questo significa intervenire anche sulle job description e sui job title spesso portatori di preconcetti limitanti.
Formiamo i gruppi aziendali per superare i bias e incoraggiamo un linguaggio rispettoso e inclusivo che favorisca un ambiente di lavoro accogliente per tutti. Coinvolgere gli stakeholder è cruciale: utilizziamo la matrice di materialità per identificare temi rilevanti per l’azienda e il personale, coinvolgendo tutti nel percorso di sostenibilità.
Per garantire il rispetto dei valori aziendali, promuoviamo anche l’uso di strumenti etici come il whistleblowing, che consente la segnalazione di eventuali violazioni.
In linea con gli Obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Onu, il nostro scopo è creare ambienti di lavoro che favoriscano una crescita inclusiva, sostenibile e prospera. Un’azienda che integra diversità e inclusione nella propria cultura migliora non solo le performance, ma genera valore per la società.
Crediamo che le aziende capaci di bilanciare responsabilità sociale, etica e obiettivi di business contribuiscano a un circolo virtuoso di crescita economica e benessere condiviso. Questa è la sostenibilità che costruisce un futuro più equo e prospero per tutti.