Intervista all’On. Maria Teresa Bellucci, Viceministro del Lavoro e delle Politiche Sociali
Fino a 300 mln di euro per il personale nel triennio 2025-2027. E ancora, nuove misure dell’Assegno di Inclusione (ADI) e del Supporto per la Formazione e Lavoro (SFL)
Come sono state potenziate le politiche di presa in carico nei servizi sociali? Qual è il vostro impegno in merito e quali interventi avete in programma per il prossimo anno?
“I servizi sociali sono una leva strategica di coesione. Una delle priorità su cui lavoriamo costantemente, tutti insieme. Non poteva mancare il nostro impegno. Per questo posso annunciare con estrema soddisfazione che, prima della pausa estiva, abbiamo destinato fino a 300 milioni di euro per potenziare il personale dei servizi sociali nel triennio 2025-2027. La pubblicazione della manifestazione d’interesse volta all’assunzione da parte degli Ambiti Territoriali Sociali (ATS) di psicologi, pedagogisti, educatori professionali, personale amministrativo e contabile, ha l’obiettivo di favorire una migliore risposta alle esigenze delle comunità e garantire adeguati servizi sociali alla singola persona e alla famiglia. Gli ATS sono, infatti, una risorsa essenziale per l’assistenza e la presa in carico delle persone, in modo particolare quelle con disabilità, i minori e i soggetti svantaggiati. Tale manifestazione di interesse è nel solco di un percorso già avviato sin dall’insediamento del Governo, tutto a vantaggio del rafforzamento degli interventi sociali. Con questa iniziativa il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali punta a ridurre ulteriormente le diseguaglianze sociali e le disparità territoriali dell’offerta di presa in carico dei cittadini nei servizi sociali e sanitari. Nessuna persona deve essere lasciata indietro, per fare un passo avanti insieme alle istituzioni sulla tutela dei diritti essenziali dei cittadini.”
A seguito della riforma del Reddito di cittadinanza, quali sono le linee di azione per favorire l’integrazione e l’inclusione dei lavoratori fragili e vulnerabili in un contesto sempre più caratterizzato da complessità, incertezza e rapidi cambiamenti?
“La cittadinanza è un diritto ineludibile. Porta con sé la dignità e valori pregnanti, che non possono essere controvertiti in politiche assistenzialistiche. È per questo che il Reddito di cittadinanza, pur nelle sue intenzioni più nobili, ha penalizzato le famiglie più povere, fragili e numerose. È stato necessario riformarlo per superare la logica meramente assistenzialista, che lo caratterizzava. Per queste ragioni, abbiamo orientato le nuove misure dell’Assegno di Inclusione (ADI) e del Supporto per la Formazione e Lavoro (SFL), la prima a beneficio delle famiglie con persone più fragili, insieme all’altra con la volontà di favorire la ricerca attiva dell’occupazione per gli adulti che possono lavorare. Inoltre, con un investimento iniziale di 14,5 milioni è stato firmato l’accordo tra il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e il Dipartimento per la trasformazione digitale per l’avvio del Fascicolo sociale e lavorativo (FSL) del cittadino. L’obiettivo è creare una piattaforma digitale che semplificherà l’accesso e la misurazione dei servizi socioassistenziali. Si tratta di un obiettivo davvero epocale, che mette a sistema l’innovazione tecnologica con il futuro del welfare italiano. L’impegno per offrire rinnovate politiche attive e di supporto ai più fragili è in cima alle priorità del Governo. Proseguiremo con determinazione e umiltà sulla via delle riforme per non lasciare nessuno indietro e favorire l’occupazione in tutto il territorio nazionale. La strada è tracciata, non si torna indietro. L’inclusione è una missione di sviluppo e di equità sociale e coesione, per superare anche le devianze, che, come ben noto, al contrario, si annidano e sviluppano dove c’è una disconnessione tra le istituzioni, la società, il rispetto dei diritti delle comunità e delle loro opportunità di sentirsi “paritariamente” cittadinanza. Il cittadino è il bene primario di una comunità, il suo vivere bene e sentirsi incluso lo trasforma in sentinella dei valori umani, della memoria e dello sviluppo a sostegno delle generazioni.”
Anche il tema immigrazione rientra a pieno titolo negli ambiti dell’inclusione lavorativa e dell’integrazione sociale, soprattutto in un contesto come quello attuale, in cui assistiamo a un calo demografico e a importanti fenomeni migratori. Quali sono le direttrici del Ministero in materia?
“L’immigrazione viene spesso vissuta con le sue tratte, dimenticandone i ‘tratti’, punti spesso invisibili, da unire con una linea sottile che si chiama responsabilità umanitaria, non semplificabile con provvedimenti singoli territoriali o di competenza governativa, ma prendendo in carico una collettiva visione europea, allargandola anche ai tavoli delle competenti autorità al di fuori dei confini dell’Ue, per facilitare gli impatti delle politiche che si mettono in campo. In tema di inclusione lavorativa e integrazione sociale dei lavoratori migranti, come Governo ci siamo da subito impegnati per elaborare una programmazione dei flussi per la prima volta triennale (2023-2025).
In ultimo, dopo l’esposto di giugno del Presidente del Consiglio Meloni alla procura antimafia, volto a denunciare l’infiltrazione della criminalità organizzata nella gestione delle domande di ingresso regolare, è stato approvato il nuovo decreto flussi. L’obiettivo di questo provvedimento continua a essere favorire l’immigrazione regolare e avere grande rigore contro l’illegalità, abbattendo i tempi e dando regole certe che potranno contrastare l’immigrazione irregolare. Il nuovo decreto prevede l’introduzione di un canale di ingresso sperimentale per l’anno 2025, nel limite di 10.000 unità di lavoratori, per l’assistenza a grandi anziani e persone disabili. Si aggiungono alla quota di 9.500 già prevista per il 2025 secondo la programmazione triennale introdotta per la prima volta dal Governo. Rimane la quota triennale di 452 mila ingressi di cittadini stranieri per motivi di lavoro. L’obiettivo di questo Governo è abolire i click day, ma ci si potrà arrivare solo attraverso una transizione con più click days per tipologie e con una programmazione regionale anziché nazionale per giungere a una più efficace inclusione lavorativa e integrazione sociale dei lavoratori stranieri. Inoltre, per una maggiore tutela dei lavoratori vittime di sfruttamento di caporalato e di tratta viene introdotto uno speciale permesso di soggiorno riconosciuto a chi denuncia casi di sfruttamento o collabora attivamente per mettere in evidenza e far giungere a condanna queste situazioni.”
Il futuro del welfare italiano sarà sempre più caratterizzato da processi di innovazione tecnologica, anche in considerazione dell’andamento esponenziale della spesa socioassistenziale che rischia di non tutelare i soggetti più fragili e vulnerabili?
“L’innovazione digitale e il cambiamento demografico stanno profondamente trasformando i tratti delle nostre società. Questi mutamenti così profondi richiedono uno sforzo di adattamento a noi tutti, inevitabilmente anche alle istituzioni. Come Governo Meloni, intendiamo governare le transizioni e mettere la tecnologia a servizio dell’uomo per un ‘Nuovo Rinascimento dell’umano’. Una visione espressa anche dalla Riforma in favore delle persone anziane, varata in tempi record e che punta ad allineare il mondo del sociale e quello sanitario come mai prima d’ora, con servizi a misura di persona e all’avanguardia, in grado di beneficiare dei vantaggi dell’innovazione tecnologica.
L’impegno del Governo è, dunque, quello di capovolgere il paradigma delle politiche sociali, abbandonando una mera visione assistenzialista che ha prevalso fino a oggi e creando una solida alleanza tra Stato e società civile. Per questo, da ultimo, abbiamo stanziato oltre 22,7 milioni per sostenere gli enti del Terzo Settore e favorire progetti di rilevanza nazionale che promuovano iniziative incentrate su vari temi, tra cui la tutela della salute e del benessere, la lotta alle dipendenze patologiche, l’inclusione sociale. A questo stanziamento seguirà un’altra iniziativa destinata al Terzo Settore e che mette a disposizione ulteriori risorse pari a 2,5 milioni per promuovere progetti sull’uso sano, sicuro ed etico dell’Intelligenza Artificiale, con particolare attenzione alle giovani generazioni.”
Psicologa e psicoterapeuta è, attualmente, Viceministro del Lavoro e delle Politiche Sociali nel Governo Meloni. Ha ricoperto incarichi di rilievo, tra cui membro del Consiglio Nazionale Terzo Settore e del Coordinamento Nazionale Forum Terzo Settore. Esperta in tutela dei minori presso la Sezione Migranti e Rifugiati del Pontificio Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, Presidente Nazionale del Movimento delle Associazioni di Volontariato Italiani e Dirigente del Dipartimento Servizi Educativi e Scolastici di Roma Capitale. È stata, altresì, Deputato Capogruppo Fratelli d’Italia in Commissione Affari Sociali, Capogruppo Commissione Bicamerale Infanzia e Adolescenza e Commissione d’Inchiesta su Case Famiglia e Affidi Illeciti. È attuale Responsabile Nazionale del Dipartimento Dipendenze e Terzo Settore di Fratelli d’Italia.